TIRANNIDE indistintamente appellare si debbe ogni qualunque governo, in cui chi è preposto alla esecuzion delle leggi, può farle, distruggerle, infrangerle, interpretarle, impedirle, sospenderle; od anche soltanto deluderle, con sicurezza d'impunità. E quindi, o questo infrangi-legge sia ereditario, o sia elettivo; usurpatore, o legittimo; buono, o tristo; uno, o molti; a ogni modo, chiunque ha una forza effettiva, che basti a ciò fare, è tiranno; ogni società, che lo ammette, è tirannide; ogni popolo, che lo sopporta, è schiavo.

Vittorio Alfieri
(1790)


mercoledì 21 dicembre 2016

Giors Boneto, pittore itinerante delle Valli Occitane


Giors Boneto fu una straordinaria figura di pittore itinerante capace di rappresentare con la semplicità dell’autodidatta i temi religiosi legati alla fervida devozione popolare delle popolazioni rurali alpine tra il 1700 e il 1800. Lo ricordano un bel libro e un'iniziativa a Celle Macra.

Giors Boneto, pittore di Paesana

Giors Boneto, nato a Paesana nella zona di Pratogugliemo nel 1746, fu una straordinaria figura di pittore itinerante capace di rappresentare con la semplicità dell’autodidatta i temi religiosi legati alla fervida devozione popolare delle popolazioni rurali alpine tra il 1700 e il 1800. Questo artista ha prodotto un grande numero di opere, frutto del suo immenso lavoro, in quasi tutte le valli del cuneese: alternativa creativa alla difficile vita delle genti alpine dell’epoca.

Per la sola valle Po sono stati catalogati 94 dipinti a lui attribuibili, ma questo numero potrebbe ancora aumentare, non si può escludere infatti che ulteriori ricerche, in qualche lontana borgata non ancora esplorata, facciano affiorare dalla nebbia dei due secoli che ci separano dai suoi tempi delle nuove, delicate Mistà. Molti suoi dipinti sono andati persi ma rivalutare la figura di questo pittore, attraverso i restauri e la sua riscoperta, rendendo ancora fruibile la sua opera, è utile per approfondire la storia della montagna cuneese nei decenni a cavallo della Rivoluzione francese.

La guida illustra, in un percorso di riscoperta dell’arte popolare, le opere realizzate nelle valli Po, Bronda e Infernotto ed è un invito a percorrere antiche vie in un viaggio della memoria sorprendente. Probabilmente esistono ancora nascosti in qualche lontana borgata o nell’interno di qualche casa rurale dei dipinti che ad oggi non abbiamo ancora ritrovato. È un invito a continuare questa ricerca e saremmo lieti di avere nuove sorprese con la scoperta di altri dipinti di Boneto.


Questa ricerca è il risultato di un lungo censimento e la testimonianza aggiornata di una presenza ancora viva di questi segni di devozione popolare appartenenti all’opera di Giors Boneto, che si affianca al grande lavoro svolto da Gianni Aimar e sua moglie Carla Re sull’arte devozionale dell’alta valle Po realizzato con l’inestimabile contributo di don Luigi Destre.

Il volume nasce dall’assidua attività di ricerca di Stefano Beccio e Costanzo Lorenzati che in collaborazione con l’Istituto Superiore di Cultura Alpina di Ostana e di Fusta Editore hanno fortemente voluto pubblicare questo catalogo/guida dei dipinti conosciuti e realizzati da Giors Boneto nelle valli Po, Bronda e Infernotto e rappresenta la sintesi di una catalogazione durata molti anni condotta in collaborazione tra gli autori e la Regione Piemonte che ha favorito, grazie all’appassionata collaborazione di attenti funzionari come Diego Mondo, il censimento e la schedatura della maggior parte delle opere esistenti in valle. Si è così delineata una guida aggiornata per un percorso di visita puntuale, secondo una scansione geografica che, partendo dai comuni più montani, ci accompagna fino alle opere realizzate in pianura: uno strumento di conoscenza e tutela dei beni artistici per le istituzioni ed i privati che vorranno adottare una politica attiva di conservazione dei beni.


Alla soddisfazione di nuovi ritrovamenti, ancora avvenuti in questi ultimi mesi, si accompagna la consapevolezza della scomparsa di alcuni dipinti per ristrutturazioni edili o semplicemente per il naturale trascorrere del tempo per edifici così antichi, troppo spesso abbandonati e privati di una manutenzione anche minima. L’Istituto Superiore di Cultura Alpina in questi anni, oltre alla documentazione, ha svolto una sistematica attività di restauro di alcuni dipinti (4 dipinti murali e un pilone realizzati da Giors Boneto ed il restauro di un dipinto molto più antico attribuibile alla scuola di Hans Clemer nel comune di Paesana), con il fondamentale aiuto economico della Fondazione CRT e della Fondazione CRC e in collaborazione con la Soprintendenza per il Patrimonio Storico, Artistico e Demoetnoantropologico del Piemonte, con l’intento di ispirare, sulla scorta anche delle raccomandazioni accorate di tanti esperti, l’avvio di un’attività più generalizzata e diffusa di restauro e valorizzazione di queste opere e, in generale, del grande patrimonio artistico presente caratterizzato anche da artisti più famosi e raffinati del nostro umile e misterioso pittore itinerante.

Questo volume vuole rappresentare il sincero ringraziamento a tutti i ricercatori, gli amici, gli abitanti che hanno accompagnato l’Istituto Superiore di Cultura Alpina in modo corale in questa lunga avventura, soprattutto alla preziosa competenza di Elena Pianea, alla sensibilità di Pierfranco Rubiolo, Erica Mustazzu e di Costanzo Lorenzati, l’esperto che ci ha sempre guidati con le sue puntuali analisi e riscoperte dei luoghi, dei significati, della storia che ogni dipinto riemerso dal tempo ci racconta; a Stefano Beccio che ha svolto il prezioso lavoro di documentazione fotografica e di allestimento grafico dell’opera, a Rosina Peiretti attiva coordinatrice e puntuale public-relation con i tanti abitanti della valle proprietari e custodi dei dipinti e infine al prof. Angelo Schwarz che ha contribuito con la sua conoscenza, con l’umanità e l’esperienza di una vita trascorsa nel mondo accademico e dedicata in modo appassionato all’insegnamento, a suggerire infiniti consigli per orientare con competente discrezione l’attività dell’Istituto Superiore di Cultura Alpina.


La ricerca continua: Giors Bonetto è diventato, quasi inconsciamente, una figura familiare, ancora vivo e presente come un amico da seguire nel suo percorso esistenziale di artista semplice, delicato, popolare che appartiene ancora all’immaginario collettivo degli abitanti di queste valli. I suoi dipinti donano ancora un po’ di vita e calore alle antiche borgate abbandonate e contribuiscono, con la loro presenza, a rendere riconoscibili e familiari case e villaggi evidenziando l’anima vera dei luoghi e la memoria di un popolo alpino che attraverso quei dipinti ci parla della nostra Storia comune.

Il volume in formato tascabile (Stefano Beccio-Costanzo Lorenzati, Giors Boneto pittore di Paisana. Un pittore itinerante delle valli cuneesi tra 1700 e 1800. Fusta editore– costo 20,00 €) è tradotto in quattro lingue ed è dotato di una carta geografica delle Valli Po, Bronda e Infernotto dove sono indicate le localizzazioni dei dipinti e delle borgate; uno strumento utile per la pianificazione delle visite, capace di soddisfare le esigenze del turismo religioso e culturale anche in vista dei grandi appuntamenti internazionali prossimi che prevedono un considerevole numero di presenze orientate alle valli del Monviso: questa guida catalogo offre un motivo in più per fruire di questo straordinario territorio.


Giovedì 29 dicembre, alle ore 18, il Punto Espositivo Spazio Pinse di Celle Macra presenterà, presso i locali del Municipio a borgata Chiesa, l’incontro dal titolo "Boneto, un pittore itinerante" con Giorgia Ubezzi restauratrice di dipinti murali e materiale lapideo, originaria della val Maira. Partendo da una panoramica sulle tecniche di realizzazione di un dipinto murale, durante la serata sarà presentato questo straordinario artista attivo nelle nostre valli tra la fine del ‘700 e l’inizio dell’800 e verrà analizzata la sua copiosa produzione dal punto di vista tecnico ed iconografico, ancora oggi testimonianza perpetua nelle nostre borgate di una devozione popolare che fu.


Info: www.espaci-occitan.org