TIRANNIDE indistintamente appellare si debbe ogni qualunque governo, in cui chi è preposto alla esecuzion delle leggi, può farle, distruggerle, infrangerle, interpretarle, impedirle, sospenderle; od anche soltanto deluderle, con sicurezza d'impunità. E quindi, o questo infrangi-legge sia ereditario, o sia elettivo; usurpatore, o legittimo; buono, o tristo; uno, o molti; a ogni modo, chiunque ha una forza effettiva, che basti a ciò fare, è tiranno; ogni società, che lo ammette, è tirannide; ogni popolo, che lo sopporta, è schiavo.

Vittorio Alfieri
(1790)


giovedì 14 aprile 2016

Da Voltaggio al Monte Tobbio sulla via di un'antica devozione



Giorgio Amico

Da Voltaggio al Monte Tobbio sulla via di un'antica devozione

Ci sono luoghi dove il tempo sembra sospeso. Voltaggio, vecchio borgo genovese tappa di sosta sulle vie del sale, è uno di questi.



Entriamo in paese per un antico ponte alla ricerca di indicazioni sulla via che porta al Colle degli Eremiti.



Poca gente in giro, ma cordiale. Dietro una finestra un gatto curioso ci guarda passare.



Dal Colle degli Eremiti in due ore un ripido sentiero porta sulla cima del Monte Tobbio, la nostra meta.



La fioritura è in pieno rigoglio, aiutata dal clima mite di una stagione invernale mancata.



Mimetizzato fra le foglie, un ramarro ha preso il colore intenso dell'erba.



Ancora fiori, poi saliamo fra le pietre e la salita si fa più dura.



Iniziamo a intravvedere la chiesetta sulla cima.



Nuvole, vento e nebbia ci accolgono. Ma la soddisfazione di essere arrivati in cima è grande.



Ci ripariamo dal vento in due stanzette annesse alla chiesa, da sempre rifugio dei viandanti. Solo una stufa, un tavolo, qualche sedia malferma, ma la sensazione di accoglienza è intensa.


Una finestrella ci offre uno scorcio di paesaggio.



Mentre scendiamo, le nubi si squarciano e finalmente appare il sole.



E i tulipani selvatici sembrano ancora più luminosi.