TIRANNIDE indistintamente appellare si debbe ogni qualunque governo, in cui chi è preposto alla esecuzion delle leggi, può farle, distruggerle, infrangerle, interpretarle, impedirle, sospenderle; od anche soltanto deluderle, con sicurezza d'impunità. E quindi, o questo infrangi-legge sia ereditario, o sia elettivo; usurpatore, o legittimo; buono, o tristo; uno, o molti; a ogni modo, chiunque ha una forza effettiva, che basti a ciò fare, è tiranno; ogni società, che lo ammette, è tirannide; ogni popolo, che lo sopporta, è schiavo.

Vittorio Alfieri
(1790)


venerdì 11 dicembre 2015

A proposito di streghe

    Triora. Particolare degli affreschi della chiesa di S. Bernardino

Un convegno ad Albenga ha affrontato il tema della stregoneria dai processi di Triora alla Wicca contemporanea.

Federica Pelosi

Streghe nel Savonese dossier dei cacciatori di sepolture anomale


Albenga - Le streghe-bambine di Albenga fanno risorgere a poco a poco antiche storie misteriose che riguardano tutto il ponente ligure. Per lo più leggende, ma che trovano riscontro anche in alcuni documenti storici, tutti da decifrare e analizzare. Se ne è parlato ieri nel corso del convegno “A proposito di streghe: quando la diversità spaventa” che, prendendo spunto dalle sepolture anomale nell’area archeologica di San Calocero, ha allargato la visuale a tutto il Savonese che racconta di donne temute e rifiutate dalla società, e che hanno pagato a caro prezzo il loro essere “differenti”.

La città delle torri è al centro di questa storia di persecuzioni: non solo per gli scheletri di ragazzine tumulate secondo riti che un tempo si riservavano ai reietti, ma anche per essere stata teatro del primissimo processo alle streghe, che precede di due secoli quelli più famosi di Triora. E’ infatti nel XIV secolo che una giovane donna viene accusata di stregoneria dal marito e viene bruciata viva in piazza San Michele. Per non parlare di tutte le leggende che riguardano potenti guaritrici nell’entroterra ingauno e che si tramandano almeno fino all’’800 (a Castelvecchio di Rocca Barbena c’è una strana tomba a forma di cuore che si dice appartenga all’ultima strega del paese).



«Il fenomeno della stregoneria nel ponente ligure è ancora poco studiato – dice il professor Giorgio Amico, saggista e esperto di tradizioni ligustiche – Eppure il nostro territorio porta i segni di questo passato. Nella piazza di Cairo Montenotte, ad esempio, c’è una statua dedicata a due streghe che, secondo la leggenda, erano state incaricate dal Demonio di spargere la peste a Savona, ma vennero fermate sul Cadibona dalla Madonna della Misericordia». Si tratta di Lucia e Maria Langherio che, una volta giunte nel luogo in cui la Madonna era apparsa ad Antonio Botta nel 1536, furono ricacciate indietro.

«Non vi sono però documenti che ci dicano che fine abbiano fatto – continua Amico - Per non parlare delle donne che frequentavano, in maniera piuttosto “equivoca”, il convento dei cappuccini di Quiliano e che, una volta divenute scomode, vennero additate come tentatrici e messe a tacere condannandole al rogo. Oppure la storia dei processi di Spigno che, pur essendo in Piemonte, nel ‘600 era sotto la diocesi di Savona». In quest’ultimo caso a finire nei guai furono 14 poverette accusate di non partecipare con assiduità ai riti religiosi, di avere avuto commerci con il diavolo e di “mascare”, ossia di spargere il malocchio, oltre che della distruzione dei raccolti: nonostante il “no” della Curia savonese a procedere con le torture, il parroco della cittadina fece di testa propria tanto che “le 14” confessarono e, poi, morirono, probabilmente a seguito delle sevizie.

«Nel ponente ligure la caccia alle streghe andò avanti dal 1400 a tutto il 1600. Per quanto riguarda le sepolture anomale di Albenga, non mi esprimo visto che se ne occupano gli archeologi che hanno condotto gli scavi. Certo è che le modalità di sepoltura non sono mai casuali e hanno sempre motivazioni precise», conclude Amico.

Il secolo XIX - 8 dicembre 2015