TIRANNIDE indistintamente appellare si debbe ogni qualunque governo, in cui chi è preposto alla esecuzion delle leggi, può farle, distruggerle, infrangerle, interpretarle, impedirle, sospenderle; od anche soltanto deluderle, con sicurezza d'impunità. E quindi, o questo infrangi-legge sia ereditario, o sia elettivo; usurpatore, o legittimo; buono, o tristo; uno, o molti; a ogni modo, chiunque ha una forza effettiva, che basti a ciò fare, è tiranno; ogni società, che lo ammette, è tirannide; ogni popolo, che lo sopporta, è schiavo.

Vittorio Alfieri
(1790)


domenica 2 agosto 2015

L'antispettacolo nella società dello spettacolo



Dopo il “non convegno” situazionista di Sesta Godano, un nuovo incontro a Livorno, fra teoria e situazioni urbane.



Antonio Saccoccio

L'antispettacolo nella società dello spettacolo





Il 13 giugno la galleria Peccolo e la centralissima piazza della Repubblica di Livorno hanno ospitato il "Punto della Situazione n. 2". Al centro dell'incontro, intitolato significativamente "L'antispettacolo nella società dello spettacolo", sono state le differenti strategie per contrastare la pervasività dello spettacolare nel mondo contemporaneo.

In apertura, spazio alla presentazione del libro Debord e il Situazionismo revisited (a cura di A. Saccoccio, Massari editore) con gli interventi di studiosi e attivisti nel campo delle avanguardie: i critici Sandro Ricaldone e Luca M. Venturi; il fotografo Pino Bertelli; l'editore Roberto Massari; il gallerista Roberto Peccolo; Pasquale Stanziale, già autore di diversi saggi sull'Internazionale Situazionista; Stefano Taccone, curatore del recente Contro l'infelicità. L'Internazionale Situazionista e la sua attualità (ed. Ombre Corte). A questi si sono aggiunte le riflessioni/azioni di Helena Velena, guerrigliera punk-anarco-situazionista; Benedetto Fanna, Giuseppe Savino e Marco Olivieri, musicisti estemporanei dell'Orchestra Noè; Stefano Balice e Joshua Pettinicchio, oltre-artisti rumoristi del MAV; Antonio Marchi, ciclosituazionista.

Su un piano strettamente teorico, Stanziale ha centrato il suo intervento sulla "realizzazione della filosofia", e cioè l'idea situazionista per cui la filosofia dovrebbe giungere al suo compimento e alla sua fine trasformandosi in azione rivoluzionaria. Un'idea a cui si affianca quella del "superamento dell'arte", ripresa più volte nel libro sopracitato. A questo proposito Fanna e Balice hanno illustrato sinteticamente la natura e gli obiettivi delle pratiche performative portate avanti dai gruppi Noè (Nostra Orchestra Estemporanea) e MAV (Movimento Arte Vaporizzata). È stata proprio l'idea dell'estemporaneità al centro della riflessione/azione del pomeriggio. L'estemporaneità come momento intensamente vissuto e donato che rifiuta i meccanismi della contemplazione, della merce/spettacolo, perché si offre senza calcoli e mediazioni. E così la discussione teorica è stata ripetutamente interrotta da "perturbazioni acustiche" create dai numerosi musicisti e rumoristi presenti in sala.

Dopo un'ora di libero e interrotto dialogo, l'allegra compagnia di musicisti/rumoristi in baldoria è letteralmente fuoriuscita dalla galleria per invadere l'antistante piazza della Repubblica e le vie circostanti, coinvolgendo i cittadini in ritmi e melodie di festa. E dopo la piazza c'è stato il liberatorio attraversamento di una strada, e poi l'assalto e la sonorizzazione di una vecchia cabina telefonica (per qualche attimo tornata strumento di comunicazione), e poi il comodo ingresso nel bar dell'angolo (con il regalo meno atteso: un beffardo assolo di sax e flauto che quasi risveglia un affranto utilizzatore di Slot Machines).



La continuità con il "situazionismo" è più agita che proclamata. I gruppi Noè e MAV con le loro pratiche estemporanee detournano ogni condotta mercantile, utilitaristica e narcisistica, rivalutando la vita e rifiutando la pura sopravvivenza. Tornano in mente le parole di Vaneigem: «L'uomo della sopravvivenza è l'uomo sbriciolato nei meccanismi del potere gerarchizzato, in una combinazione di interferenze, in un caos di tecniche oppressive che, per darsi un ordine, attende solo la paziente programmazione dei pensatori programmati». La musica e il rumorismo estemporaneo colpiscono al cuore il tecnicismo oppressivo, la vuota specializzazione, l'asettica programmazione della musica colta contemporanea, rinchiusa nelle rassegne per pochi eletti e snobisticamente citata nei salottini radical-chic.

Sono stati letti i contributi degli assenti "giustificati". Di Enzo Valls dall'Argentina si è cominciato a leggere "34 / modelo para desarmar", consistente in una celebre frase di Debord variata 120 volte usando più o meno le stesse parole. Ovviamente la lettura è stata interrotta dai rumoristi a quota 12 o 13. E di Alessandro Scuro (residente in Francia) è stata letta una parte del suo intervento "Pour en finir avec le travail. Le ragioni (fondate) dell'utopia situazionista".

Roberto Massari aveva preparato un testo scritto su "Vaneigem: premesse di una teoria politica del situazionismo", del quale non si è letto nulla, avendo preferito Roberto usare il suo tempo di parola per tirare un rapido bilancio di questo secondo non-convegno e dare appuntamento ai prossimi, dei quali auspichiamo tutti che possano essere ogni volta diversi, imprevedibili e soprattutto eversivi.

Una cena creativa (tipo "panzanella ai frutti di mare", tanto per dare un'idea…) allestita dai coniugi Peccolo ha concluso degnamente la serata. A notte inoltrata c'era comunque ancora chi si aggirava rumoreggiando in piazza della Repubblica.

Una nuova pubblicazione raccoglierà in volume gli interventi emersi durante l'incontro livornese e verrà curata da Stanziale. Mentre è già in cantiere il "Punto della Situazione n. 3", probabilmente al di fuori dei confini nazionali. Vorremmo tanto che fosse in Francia…

[Le foto sono di Pino Bertelli]

* Pubblicato su Sicilia Libertaria, anno XXXIX, n. 352, luglio-agosto 2015



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