TIRANNIDE indistintamente appellare si debbe ogni qualunque governo, in cui chi è preposto alla esecuzion delle leggi, può farle, distruggerle, infrangerle, interpretarle, impedirle, sospenderle; od anche soltanto deluderle, con sicurezza d'impunità. E quindi, o questo infrangi-legge sia ereditario, o sia elettivo; usurpatore, o legittimo; buono, o tristo; uno, o molti; a ogni modo, chiunque ha una forza effettiva, che basti a ciò fare, è tiranno; ogni società, che lo ammette, è tirannide; ogni popolo, che lo sopporta, è schiavo.

Vittorio Alfieri
(1790)


venerdì 13 dicembre 2013

Bruno Marengo, Elvezia


Sabato 14 dicembre ore 18

Elvezia”
Romanzo breve di Bruno Marengo
COEDIT Editore

Partecipano:
Franca Maria Ferraris
Silvia Campese
Franco Astengo
Introduce l’incontro Sergio Giuliani

sarà presente l’autore

L’originalità del romanzo di Marengo è fondamentalmente desolata, perduta: la storia è degli abili e degli ingannatori e dei profittatori e di chi guarda soltanto al denaro e al successo, e non vuole assolutamente guardare a ideali, a dignità, a valori, al bene. La conclusione è esemplare: risvegliatosi dalla visione, “Uno” caccia via dalla mente le lezioni dei tre personaggi esemplari che ha incontrato nel suo itinerario nel sentiero dell’esistenza. Gli è data la notizia che diventerà presidente del consiglio; e lucidamente accetta, perché sa che egli è l’uomo adatto dei nostri tempi malati e ipocriti; e prepara il discorso che reciterà al Parlamento e davanti al popolo, pieno di parole vuote, ma di grande effetto… E’ la desolata e amara rappresentazione della sconfitta della verità e dei valori che abbiamo nutrito per tanti decenni, prima d’ora dove tutto sembra inutile e gretto e miserabile.
Giorgio Bárberi Squarotti

Il protagonista del breve ed intenso racconto crede di riprendere i suoi ricordi, ma incontra la nuda solitudine che gli scaglia addosso sia la falsità dei compromessi, sia il tragico, lento affondare di una coerenza difficilmente sostenibile, tanto che somiglia ad una alienazione.
Elvezia è una figura di cui solo la colpevole superficialità si libera tra compatimento ed irrisione: è la nostra coscienza inappagata, gualcita dagli anni e che non si riesce a rimuovere.
Sergio Giuliani


Una passeggiata nei luoghi della giovinezza, un attimo di indugio e Aliquis si trova nel bel mezzo di un viaggio interiore, costretto a fare i conti con la propria coscienza.
Silvia Campese

Emerge così, imperiosa, la figura di Elvezia, la vera protagonista: la sua fierezza e il suo orgoglio.
Franco Astengo

Il pregio dell’opera, oltre che nella sottigliezza esplorativa con cui Marengo, come guardasse gli eventi dall’alto, conduce l’indagine introspettiva del protagonista, sta in una scrittura fluida, percorsa da venature ironiche. Saggiamente, lo Scrittore non giudica: ne lascia l’incombenza a chi, tra le righe, sappia e voglia coglierne il monito.
Franca Maria Ferraris