TIRANNIDE indistintamente appellare si debbe ogni qualunque governo, in cui chi è preposto alla esecuzion delle leggi, può farle, distruggerle, infrangerle, interpretarle, impedirle, sospenderle; od anche soltanto deluderle, con sicurezza d'impunità. E quindi, o questo infrangi-legge sia ereditario, o sia elettivo; usurpatore, o legittimo; buono, o tristo; uno, o molti; a ogni modo, chiunque ha una forza effettiva, che basti a ciò fare, è tiranno; ogni società, che lo ammette, è tirannide; ogni popolo, che lo sopporta, è schiavo.

Vittorio Alfieri
(1790)


domenica 5 maggio 2013

Nel cuore delle Alpi Marittime sulle vie dei contrabbandieri e dei pastori. La Chiesa di Santa Margherita di Mendatica e le cascate dell'Arroscia



















Giorgio Amico

Nel cuore delle Alpi Marittime sulle vie dei contrabbandieri e dei pastori. La Chiesa di Santa Margherita di Mendatica e le cascate dell'Arroscia

Mendatica è un gioiello fatto di case di pietra in cima alla Valle Arroscia. Lasciata l'autostrada ad Albenga ci si arriva attraverso la statale che porta a Pieve di Teco e poi al Passo di Nava.

Appena sotto il paese si imbocca una stradina sterrata che in breve conduce all’antica chiesetta di Santa Margherita, segno, scolpito nella pietra, di una storia fatta di boschi,di alpeggi e di sentieri che in passato conducevano viandanti, pastori e greggi lungo le vie di pascolo e di collegamento con la Francia e il Piemonte.




Luogo antichissimo di culto, riedificato nel Cinquecento, Santa Margherita contiene due cicli di affreschi di buona fattura, opera di Pietro Guido da Ranzo, un artista attivo in tutta la Valle Arroscia agli inizi del ‘500, autore di cicli pittorici importanti come quello di San Pantaleo a Ranzo o quello conservato nel Santuario della Madonna bambina di Rezzo.


Autore minore, ma dotato di uno stile efficace, capace di dar voce allo spirito religioso della gente della montagna Pietro Guido si formò probabilmente nella bottega di Tommaso Biasacci ad Albenga alla fine degli anni 80 del ‘400 per poi trasferirsi a Genova dove la sua presenza è attestata tra il 1499 e il 1503. 

Gli affreschi, restaurati tra il 1968 e il 1969 sotto la direzione dell’Istituto Internazionale di Studi Liguri, si dividono in due parti: da un lato le pareti intorno all’altare affrescate con le storie di Santa Margherita d’Antiochia, dall’altra il tradizionale ciclo con la Passione di Gesù Cristo.



Oltrepassata la Chiesa il sentiero sale lungo una bella mulattiera che si addentra in un bosco fittissimo che costeggia l'Arroscia e i suoi splendidi salti d'acqua. Nel sottobosco la fioritura offre ad ogni svolta del cammino sorprese incredibili.



Passato l'antico ponte sul Rio Grupin (884 metri), si arriva con una serie di tornanti che salgono fra gli alberi ad un belvedere (1004 metri) ai piedi delle cascate, un luogo magico di una bellezza unica.



Dopo le cascate il sentiero continua a salire in mezzo al bosco per giungere prima a un antico Pilone (1146 metri) da dove lo sguardo spazia sulle Alpi Marittime e l'intera Valle Arroscia.


Il sentiero, a tratti piuttosto ripido, continua a salire fra castagni e poi faggi secolari fino a raggiungere l'antico abitato di Poilarocca a 1440 metri dove, nel cuore delle montagne, nei mesi caldi si portavano le mandrie al pascolo.


Oggi Poilarocca è un cumulo di rovine, ma il sentiero per arrivarci, che sale da Mendatica, è bellissimo. E’ un tratto della vecchia mulattiera che conduceva sul crinale più alto delle Alpi Liguri, dove transitava la mitica Via Marenca, la strada del sale e dei mercanti, diretta dal Piemonte al mare. Via di contrabbandieri e di pastori. Qui e là fra le rovine angoli di una suggestione profonda.



Inizia a piovere. Scendiamo in una nebbia fitta che rende il bosco un luogo misterioso e fatato.