TIRANNIDE indistintamente appellare si debbe ogni qualunque governo, in cui chi è preposto alla esecuzion delle leggi, può farle, distruggerle, infrangerle, interpretarle, impedirle, sospenderle; od anche soltanto deluderle, con sicurezza d'impunità. E quindi, o questo infrangi-legge sia ereditario, o sia elettivo; usurpatore, o legittimo; buono, o tristo; uno, o molti; a ogni modo, chiunque ha una forza effettiva, che basti a ciò fare, è tiranno; ogni società, che lo ammette, è tirannide; ogni popolo, che lo sopporta, è schiavo.

Vittorio Alfieri
(1790)


mercoledì 30 maggio 2012

A Brigà, Artemisia.Le Alpi del mare




E' da poco disponibile l'ultimo cd di A Brigà, dedicato alla musica tradizionale e alle culture dei popoli delle Alpi Marittime. Un omaggio a una realtà ancora viva sui due versanti delle Alpi, perchè, come ci racconta il testo di introduzione al cd, le montagne non dividono, ma uniscono gli uomini.

A Brigà

Artemisia, le Alpi del mare

Appennino e Alpi Liguri sono il luogo d’incontro tra le alte vette e il Mediterraneo. Gli  appennini sfumano così dolcemente nelle Alpi, che la principale catena montuosa europea non sa dove iniziare. Allora comincia tre volte. Una prima volta all’estremo levante della provincia di Savona: per i geologi le Alpi iniziano con i calcari dolomitici del monte Gazzo sopra Sestri Ponente. Per i botanici le Alpi partono all’altro capo della provincia, dal Monte Carmo, i cui fiori rari raccontano la stessa storia di ghiaccio e neve dei fiori alpini. Per i geografi, invece, chissà perché, le Alpi iniziano proprio nel cuore della provincia di Savona, al Colle di Cadibona, da cui inizia la tiritera per ricordarsi i settori dell’arco teso fra Liguria e Slovenia: “Ma con gran pena le recano giù” (detto ampiamente usato in passato per insegnare la partizione delle Alpi italiane ai bambini.

Letteralmente, il MA designa le Alpi Marittime, il CO le Alpi Cozie, il GRA le Alpi Graie, PE per le Alpi Pennine, LE significa Alpi Lepontine, RE Alpi Retiche, CA Alpi Carniche e GIU Alpi Giulie). E le Liguri? Ultime arrivate dell’arco alpino, nate da una divisione interna delle Marittime, sono guardate con sospetto dai piemontesi, che non si fanno una ragione del fatto che montagne quasi per intero in Piemonte si chiamino “liguri” e coccolate dai liguri, gente strana, cresciuta tra l’orizzontale delle onde e la verticale delle alture a picco. Ma per ora hanno vinto i geografi: dal Colle di Cadibona al Colle di Tenda stanno stese al sole le Alpi Liguri, una splendida anomalia toponomastica, fatta di paesi, pascoli e pallido calcare.

L’euroregione delle Alpi del Mare nasce nel cuore dell´Europa meridionale, tra l’arco alpino e il Mar Mediterraneo; il territorio raggruppa aree vicine da un punto di vista geografico, culturale, storico e economico. Nel libro “I popoli della lingua D’oc”, Pier Domenico Brizio esprime con grande sintesi e sensibilità il concetto d’incontro tra queste realtà: “Il superamento della catena alpina è stato necessario fin dai tempi più antichi perché le montagne, nonostante contrastanti opinioni, uniscono i popoli anziché dividerli”.

Pastori, mercanti, pellegrini hanno cercato di cucire, con mulattiere e sentieri, le terre ai piedi delle Alpi; nei secoli trascorsi fu dato il nome di “strade del sale” o “strade delle acciughe” a questi percorsi obbligati lungo i quali il sale marino, prodotto nelle saline di Hyères e della Camargue valicava le montagne partendo dalla Liguria e dalla Costa Azzurra per arrivare attraverso le valli alla pianura cuneese e oltre, su su fino alla Svizzera dove ancora oggi si trovano indizi toponomastici della presenza Ligure.

A Brigà ripercorre nel progetto “Artemisia, le alpi del mare” queste strade e le loro tradizioni alla ricerca di ritmi antichi e perduti, rivisitando e arricchendo con composizioni strumentali originali il repertorio composto da canti narrativi, numerativi, rituali e ninnananne. Percorriamo la Val Bormida alla ricerca del canto delle uova, risaliamo la Val Roya a cavalcioni fra Italia e Francia, poi lungo l’antica Strada Marenca alla scoperta della terra brigasca e del suo dialetto che profuma di mare e di alpeggio, di Provenza, Piemonte e Liguria: una terra mitenca, dove persone, parole, idee e accenti si incontrano da secoli. Ci incamminiamo per la ripida Val Nervia con Baiardo, Apricale o il vicino paese di Ceriana, per incantarci ascoltando cori ancora oggi testimoni di una tradizione secolare.

A Brigà rispetta le tradizioni, per questo le interpreta, perché, come dicono gli antropologi Clemente e Mugnaini «la tradizione non è un prodotto del passato, ma una riappropriazione selettiva di una porzione di esso, una filiazione inversa». Così ciascuno dei brani raccolti nel CD, A Brigà lo ha rivestito con il suo inconfondibile sound, contaminato dalle esperienze musicali dei singoli componenti (jazz, swing, irish, gipsy). Per la scelta dei brani ci siamo avvalsi delle ricerche di alcuni etnomusicologi e, in misura minore, di interviste svolte da noi, che ci hanno permesso in molti casi di stabilire un legame con gli abitanti delle valli che abbiamo percorso.

Fondamentali sono state le registrazioni di Giorgio Nataletti e Paul Collaer (1962, 1965,1966), le registrazioni di Edward Neill gentilmente concesse dalla Fondazione De Ferrari, le raccolte di canti narrativi e canti da strada liguri di Mauro Balma e le registrazioni effettuate tra il 1953 e il 1954 da Alan Lomax a Bajardo e a Imperia, unite alle testimonianze lasciate nel suo libro “L’anno più felice della mia vita. Un viaggio in Italia”. Alcuni libri sono poi stati fondamentali, come “I canti popolari del Piemonte” raccolti alla fine dell’800 da Costantino Nigra e “I canti popolari italiani” di Roberto Leydi.




A Brigà

Nel 2009 esce “Sul tempo (on the beat)” il primo Cd, che raccoglie alcune fra le più note canzoni popolari italiane rivisitate, riarrangiate e arricchite da composizioni originali, sempre nel rispetto degli stilemi tipici della danza e del repertorio del “Bal-Folk”. Il cd vanta la collaborazione di alcuni fra i più importanti musicisti del panorama folk-jazz-pop italiano e non solo: Marco Fadda, Fernando Oyaguez (Felpeyu), Edmondo Romano, Dino Cerruti, Matteo Dolla, Zibba. Il cd riceve ottime recensioni da parte della stampa musicale europea FolkBullettin (Italia), Les Canard Folk (Belgio), Froots, TradMagazine (Francia), FolkEnLaRed (Spagna), etc.

La rivista TradMagazine francese assegna il Bravò (grammy della musica folk) a “Sul tempo (onthe beat)” come migliore disco del bimestre luglio-agosto 2009. Nel 2010 A Brigà viene scelta, come unico gruppo rappresentante l’Italia, dal produttore e regista televisivo francese Paul Rognoni (Mareterraniu production) per una puntata dell’edizione 2010 del programma “Mezzo Voce”: programma di FC3 dedicato ai gruppi più interessanti del Mediterraneo. Inoltre 2 tournée in Francia e la presenza ad importanti festival nazionali.