TIRANNIDE indistintamente appellare si debbe ogni qualunque governo, in cui chi è preposto alla esecuzion delle leggi, può farle, distruggerle, infrangerle, interpretarle, impedirle, sospenderle; od anche soltanto deluderle, con sicurezza d'impunità. E quindi, o questo infrangi-legge sia ereditario, o sia elettivo; usurpatore, o legittimo; buono, o tristo; uno, o molti; a ogni modo, chiunque ha una forza effettiva, che basti a ciò fare, è tiranno; ogni società, che lo ammette, è tirannide; ogni popolo, che lo sopporta, è schiavo.

Vittorio Alfieri
(1790)


mercoledì 22 giugno 2011

Pubblicata l’opera Omnia di Barbo Toni Boudrìe



PRESENTAZIONE DEL LIBRO OPERA POETICA OCCITANA DI BARBO TONI BOUDRÌE A TORINO E A CUNEO



Pubblicata l’opera Omnia di Barbo Toni Boudrìe.

“Sentivo la lingua di mio padre e dei miei nonni farsi bandiera di ribellione [...] Amare il prossimo eppure lottare, il prossimo eppure la solitudine, la poesia e il silenzio, il paesello e l’infinito, la vita eppure la morte. Solo in dialetto è possibile” (dall’Introduzione di Boudrìe alla sua raccolta poetica Fràisse e Mèel, 1965).

Nel 1999, all’età di 78 anni, moriva Barbo Toni Boudrìe (Antonio Bodrero), il grande poeta occitano di Frassino in valle Varaita, nonché uno dei più importanti poeti piemontesi del ’900. Da molto tempo le sue principali raccolte poetiche erano fuori commercio e la sua originalissima opera rischiava di cadere nell’oblio di un mondo sempre più uniformato dalle lingue ufficiali. Ora finalmente le edizioni Bompiani pubblicano, nella prestigiosa collana “Il pensiero occidentale” (diretta dal filosofo Giovanni Reale), la sua Opera poetica occitana.

Si tratta di un volume di 1070 pagine, curato da Diego Anghilante, che comprende le raccolte poetiche stampate dallo stesso Boudrìe, le poesie pubblicate su riviste e pubblicazioni varie, quelle inedite e quelle giovanili. Ogni componimento è corredato da un ampio apparato di note volte a presentare il complesso rapporto del poeta con la lingua occitana e a spiegare le sue concezioni filosofiche e teologiche. L’edizione completa dell’opera occitana di Boudrìe è preceduta da una lunga introduzione sulla sua vita e sulla sua poetica, e seguita dagli apparati critici dedicati alle grafie occitane utilizzate, al glossario dei termini più importanti o più rari, alla bibliografia di e su Boudrìe.

Le prime presentazioni sono in programma nelle seguenti città:



a Torino, Circolo della Stampa - Palazzo Ceriana Mayneri in Corso Stati Uniti 27 giovedì 16 giugno 2011 alle ore 17.30, relatori: Giovanni Tesio (Università del Piemonte Orientale), Giuseppe Goria (Centro Studi Piemontesi, Torino) e Diego Anghilante.


A Cuneo - Salone d’onore del Municipio in Via Roma 28 mercoledì 22 giugno 2011 alle ore 17.30, relatori: Gianni Martini (direttore redazione cuneese de La Stampa), Francesco Tomatis (Università di Salerno) e Diego Anghilante.


A Saluzzo - Sala della Cassa di Risparmio di Saluzzo in Corso Italia 86 venerdì 24 giugno alle ore 17.30, relatori: Gianpiero Boschero (presidente associazione Lou Soulestrelh), Aldo Ponso (giornalista) e Diego Anghilante.


A Dronero - Espaci Occitan - ex caserma Beltricco in via Val Maira 19 martedì 28 giugno alle ore 17.30, relatori: Rosella Pellerino (Responsabile Linguistico Culturale di Espaci Occitan), Fulvio Romano (collaboratore de La Stampa) e Diego Anghilante.





Antonio Bodrero (Barbo Toni Boudrìe) è forse il più grande visionario della poesia dialettale del Novecento. Nella sua opera aleggia un sentimento panico della natura, un animismo cristiano che coglie in ogni minimo fenomeno l’epifania del Dio evangelico, la conferma del suo amore verso le creature. Posseduto dal dono della trasfigurazione, Boudrìe vede attraverso la poesia come tutto nell’universo si allacci e si tenga, in un concatenarsi analogico che fa della poesia un cammino, una draio (sentiero), un segmento visibile nell’infinito devolversi dell’immaginazione umana. E tutto ciò giocando magistralmente con una parola sempre reinventata, potenziata, scavata nelle sue radici antiche. Attraverso la poesia di Boudrìe la lingua della minoranza occitana in Italia ha compiuto un salto epocale: da dialetto disprezzato e destinato all’estinzione a lingua aulica, sublime, vertigine di mistero capace di parlare non solo all’occitano che riscopre la propria identità alienata, ma, nel suo respiro universale, all’umanità intera.
Con Boudrìe – come già era avvenuto con Mistral nell’Ottocento – l’antica lingua d’oc dei trovatori esce dal sonno di tanti secoli bui e ritrova prodigiosamente lo splendore delle corti duecentesche.

Nel presente volume è raccolta tutta l’opera poetica occitana di Boudrìe, da quella pubblicata dallo stesso autore in volumi o su riviste a quella inedita e giovanile. Essendo egli uno di quei poeti che, per parafrasare Nietzsche, “tra l’altro hanno anche dei pensieri”, ogni componimento ha richiesto un vasto apparato di note volte a presentare il suo complesso rapporto con la lingua occitana e a spiegare le sue concezioni filosofiche e teologiche.
L’edizione critica dell’opera occitana di Boudrìe è preceduta da un’ampia introduzione sulla sua vita e sulla sua poetica, e seguita dagli apparati critici dedicati alle grafie occitane utilizzate, al glossario dei termini più importanti o più rari, alla bibliografia di e su Boudrìe.