TIRANNIDE indistintamente appellare si debbe ogni qualunque governo, in cui chi è preposto alla esecuzion delle leggi, può farle, distruggerle, infrangerle, interpretarle, impedirle, sospenderle; od anche soltanto deluderle, con sicurezza d'impunità. E quindi, o questo infrangi-legge sia ereditario, o sia elettivo; usurpatore, o legittimo; buono, o tristo; uno, o molti; a ogni modo, chiunque ha una forza effettiva, che basti a ciò fare, è tiranno; ogni società, che lo ammette, è tirannide; ogni popolo, che lo sopporta, è schiavo.

Vittorio Alfieri
(1790)


mercoledì 22 settembre 2010

Rodolfo Badarello: Regina, morte di una "donna sciagurata"



Oggi, 22 settembre 2010, alle ore 17,00, nella Sala Rossa del Comune di Savona verrà presentato il libro FRAMMENTI DI STORIA SAVONESE di Rodolfo Badarello. Il volume, pubblicato a cura dell'Istituto Storico della Resistenza e dell'Età Contemporanea della provincia di Savona, ricostruisce momenti della storia cittadina dalla peste del 1600 alla Prima Guerra Mondiale. Ne pubblichiamo una pagina.

Rodolfo Badarello

Regina



Morì Regina, la tenutaria della casa di tolleranza di Vico Crema, il 21 novembre 1894, un mercoledì.

(...)

Morì la detta Regina – per l'anagrafe Gonella Maria Regina, nubile, d'anni cinquantasei, agiata, di S. Damiano d'Asti - “sciagurata donna”, chiedendo nei suoi ultimi momenti un prete, che le portò il desiderato conforto e dispose anche per il suo funerale nella chiesa parrocchiale di S. Pietro, senza però – non avendolo autorizzato il vescovo - il successivo accompagnamento religioso fin sulla piazza della Consolazione, come si usava, oltre il Letimbro.

Si mosse dunque dopo la funzione il carro funebre di seconda classe, accompagnato unicamente da un omnibus sul quale stavano, vestite di buono ed un poco spaesate, tutte le ragazze della casa; ma nemmeno ebbe la comitiva percorso quel breve tratto di via Untoria verso la piazza dell'Ospedale che una ignobile marmaglia di ragazzi straccioni, istigati per uno stupido gioco da qualcuno, prese a seguirla gridando, fischiando, lanciando ingiurie sulle poverette e sulla morta, sempre più crudeli dietro la blanda riprovazione dei passanti e l'indifferenza irresponsabile delle guardie municipali. E riuscì a dare spettacolo, il forsennato codazzo, per quasi tutta la vecchia via Letimbro, fino quando per disperderlo senza tanti complimenti, a piattonate, con le sciabole, non sopraggiunse una pattuglia di carabinieri.

Era una bella giornata di sole, ma faceva sempre freddo: le due carrozze passarono il ponte di legno sul torrente, attraversarono senza fermarsi piazza della Consolazione e si inoltrarono quietamente raccolte nella mestizia di quel loro viaggio verso il nuovo cimitero di Zinola.

(Da: Rodolfo Badarello, Frammenti di storia savonese, ISREC, Savona 2010, p. 123)