TIRANNIDE indistintamente appellare si debbe ogni qualunque governo, in cui chi è preposto alla esecuzion delle leggi, può farle, distruggerle, infrangerle, interpretarle, impedirle, sospenderle; od anche soltanto deluderle, con sicurezza d'impunità. E quindi, o questo infrangi-legge sia ereditario, o sia elettivo; usurpatore, o legittimo; buono, o tristo; uno, o molti; a ogni modo, chiunque ha una forza effettiva, che basti a ciò fare, è tiranno; ogni società, che lo ammette, è tirannide; ogni popolo, che lo sopporta, è schiavo.

Vittorio Alfieri
(1790)


giovedì 4 marzo 2010

Se Marx è morto nel Gulag....



Orlando Zapata Tamayo, dissidente cubano, operaio di 42 anni, di povere origini e di pelle nera, è morto martedì 23 febbraio, al termine di un lungo sciopero della fame iniziato 85 giorni prima. Il ricovero in ospedale negli ultimi giorni non è riuscito a salvarlo e, del resto, i patimenti subiti in carcere avevano da tempo minato le sue condizioni fisiche. Vento largo lo ricorda pubblicando questo intervento di Alessandro Gigli nel dibattito in corso in Utopia Rossa su marxismo, comunismo, rivoluzione, libertà.

Alessandro Gigli

Se Marx è morto nel Gulag.....


La tirannia va combattuta in tempo reale. Anzi, va combattuta prima, ma come?
Come si fa a lottare contro una cosa che ancora non si è manifestata?
Il comunismo, movimento che avrebbe dovuto liberare l’umanità dallo sfruttamento e dall’alienazione, cioè dallo stato delle cose non solo presenti, ma anche passate, giunto al potere, ha solo sostituito la tirannia di quelli di prima, con un'altra tirannia,che non era neanche la dittatura(transitoria) del proletariato, ma la dittatura (permanente) dei capi di un partito-chiesa,
depositari della verità non negoziabile e non criticabile, da imparare a memoria come unica legge PER gli uomini , ma non DEGLI uomini. Per il popolo non cambiò nulla: aveva sempre un padrone (il partito), una mistica (il verbo del capo partito), una libertà limitatissima (il rispetto alla lettera della legge marxista-leninista) e uno stato (partito) oppressore.
Il marxismo-leninismo-maoismo…. Uccise soprattutto l’utopia originaria di Marx. Il socialismo (altro aspetto che doveva essere transitorio) tolse il capitale ai privati per girarlo allo Stato; il modo di produzione rimase quello di prima mentre cambiò (si fa per dire) la natura dell’alienazione e dello sfruttamento…da privata a pubblica. Il non allineamento, lo spirito critico, la ricerca di vera libertà e di vero comunismo, il diritto di parola, di stampa, di assemblea…..non poterono che essere viste come eresie contro verità immutabile e intoccabile e quindi da mandare al rogo, come la chiesa fece con le streghe. Ogni manifestazione di dissenso, anche minima meritava l’ imprigionamento per la “rieducazione” o la morte.
E’ il modello di rivoluzione che è sbagliato in partenza, se il rivoluzionario ha come fine quello di sostituirsi ai vecchi sfruttatori e se anche lui vuole comandare “per il bene del popolo”, togliendo al popolo il diritto di autogestirsi. Rivoluzionario di professione è stato uno che voleva cacciare i dominatori dallo stato per sostituirsi alla guida dello stesso ed agire IN NOME delle masse con le masse ancora oggetto della storia, ma mai soggetto attivo, collaborativi, propositivo….della stessa.
Marx muore nel 1917 ma non nel momento dello slancio rivoluzionario ma subito quando l’elite bolscevica prese il potere esautorando ancora una volta il popolo. Marx muore ogni volta che qualche malato di mente “instaura” il comunismo autoritario, poliziesco, militare, delatorio. Marx è morto nei gulag ma anche, purtroppo, nelle prigioni cubane (ma guai a dirlo!) e ogni volta che qualcuno dice : io sono il vero comunista, io sono marxista – leninista-maoista !
PS: forse, e dico forse, è l’utopia meticcia , non quella pura , che può essere l’antidoto al pensiero unico che vuole mettere a norma il popolo. Il Meticcio porta al potere la volontà di tutti, divenendo PADRONANZA collettiva , dove non si obbedisce e non si comanda ma ci si autogoverna e ci si autogestisce con gioia di vivere. Sarebbe la prima volta nella storia.
Sarebbe?


Utopia Rossa raggruppa militanti di diversi paesi che si battono per un marxismo libertario e umanistico incentrato sul principio che il fine non giustifica mai i mezzi, ma che nei mezzi impiegati dev’essere riflessa l’essenza del fine. I materiali di Utopia Rossa sono pubblicati dall'Editore Roberto Massari erre.emme@enjoy.it