TIRANNIDE indistintamente appellare si debbe ogni qualunque governo, in cui chi è preposto alla esecuzion delle leggi, può farle, distruggerle, infrangerle, interpretarle, impedirle, sospenderle; od anche soltanto deluderle, con sicurezza d'impunità. E quindi, o questo infrangi-legge sia ereditario, o sia elettivo; usurpatore, o legittimo; buono, o tristo; uno, o molti; a ogni modo, chiunque ha una forza effettiva, che basti a ciò fare, è tiranno; ogni società, che lo ammette, è tirannide; ogni popolo, che lo sopporta, è schiavo.

Vittorio Alfieri
(1790)


sabato 20 febbraio 2010

Sull'incerta linea dell'onda, poesie di Adriana Romano



Adriana Romano

Sull'incerta linea dell'onda



“C'è in questi versi il segreto dell'ordine e dell'anarchia, dell'idillio mentale, del sogno fallito, della finitezza sensibile, del riconoscimento della fretta, dell'indugio, della maturazione.
C'è potenza di respiro nel gioco delle analogie interiori, come nella dialettica di una sensualità, così naturale, da identificarsi con lo spirito puro dell'esistenza...”

(Dalla Prefazione di Angelo Calabrese a “Sull'incerta linea dell'onda”)

PRESENTAZIONI

- “Piacere, caro, sono io!”

Così potessi presentarmi
- come un'estranea farebbe -
a te, pronunciando – ben sillabato il suo nome.

E spiegarti chi sono e raccontarti di me
come si fa certe volte sul treno
durante un lungo viaggio
per ingannare il tempo
parlando con un compagno
che mai più rivedremo
e di cui non ci importa.


MA ESISTONO?

“Ma esistono le donne serene
fatte di dolcezza, prive di noia,
ignare d'inquietudine?” Ti chiedo,
mentre camminiamo fra le foglie cadute
e respiriamo il primo freddo d'autunno.

Tu mi guardi, sospiri e un po' sorridi,
e non parli, amica, ed alzi gli occhi a seguire
altre passanti, frettolose o quiete,
eleganti o trascurate, che per la città
si muovono come noi,
a noi estranee, o forse sorelle.



INVIDIA

Invidio
la leggerezza della nuvola
che incanta i miei occhi,
li distoglie da terra,
dalla strada di casa,
dai sassi e dal freddo

e quel cielo di luce, ad oriente,
poco prima dell'alba,
con una falce di luna
che regge il globo brillante
come ad offrirlo a chi,
da molto in alto,
lo può ricevere in dono.

C'è una stella raggiante: ed io
sempre meno pesante,
sempre meno opaca vorrei
sgusciar via da qui
e da me stessa, per tornare
cristallo e diamante
e ubriacarmi di aria
e vertigine.


PAROLE
La mareggiata
fuori stagione
si è mangiata
quasi tutta la spiaggia.

La terra e il mare hanno
di queste
parole.


Adriana Romano, insegna Lettere presso il Liceo Scientifico “O. Grassi” di Savona. Da anni segue un suo personalissimo percorso poetico di cui sono testimonianza le raccolte Sull'incerta linea dell'onda (Firenze, 1999) e Chiocciola e Conchiglia (Savona, 2003).