TIRANNIDE indistintamente appellare si debbe ogni qualunque governo, in cui chi è preposto alla esecuzion delle leggi, può farle, distruggerle, infrangerle, interpretarle, impedirle, sospenderle; od anche soltanto deluderle, con sicurezza d'impunità. E quindi, o questo infrangi-legge sia ereditario, o sia elettivo; usurpatore, o legittimo; buono, o tristo; uno, o molti; a ogni modo, chiunque ha una forza effettiva, che basti a ciò fare, è tiranno; ogni società, che lo ammette, è tirannide; ogni popolo, che lo sopporta, è schiavo.

Vittorio Alfieri
(1790)


giovedì 4 febbraio 2010

Guido Seborga, Noi siamo per Cuba



Guido Seborga fu in ogni aspetto e momento della sua vita soprattutto uno spirito libero, incapace di accettare compromessi o subire costrizioni. Libertario non solo nella scrittura, ma anche nel modo di porsi di fronte alla vita, Seborga non mancò mai nei momenti cruciali di schierarsi dalla parte degli oppressi. Lo fece nei primi anni Cinquanta schierandosi al fianco dei lavoratori dell'Ilva di Savona, lo fece ancora all'inizio degli anni Sessanta prendendo coraggiosamente posizione a favore di quella rivoluzione cubana che forse un poco gli ricordava il suo passato di guerrigliero sui monti piemontesi durante la Resistenza.
Il testo che segue fu pubblicato sul primo numero di un giornaletto ciclostilato, Sierra Maestra, che doveva diventare l’organo della nascente associazione Italia-Cuba di Genova.


Guido Seborga

Noi siamo per Cuba

Dopo la prima terribile notizia leggo molti quotidiani d’informazione che si autodefiniscono “indipendenti”, e mi stupisco oppure non mi stupisco affatto che nell’accusare i cubani di avere accettato aiuti sovietici nel dire e gridare per questa cosa, tacciano completamente delle numerosissime rampe missilistiche statunitensi che in tutto il mondo stringendo la Russia, mettono da anni in serio pericolo il mondo stesso, e anche l'Italia in modo particolare. Questo vuole anche dire che la nostra stampa d’informazione è ben disposta a farci arrostire tutti quanti per un motivo settario, per un motivo di classe. E naturalmente si accusa Cuba per avere seguito la via del socialismo, se la rivoluzione non fosse stata tale, ma borghese, più nessu­no accuserebbe Cuba.
Gli americani del nord forse non riescono neppure a capire che i primi responsabili della situazione cubana sono loro stessi, essi sono sufficientemente rozzi e in cattiva fede da non vedere che gli atti che stanno compiendo con le loro nere navi nell’azzurro delirante dei Caraibi, sono le stesse azioni della loro cattiva coscienza, credono di battere Cuba e si stanno invece liquidando di fronte agli uomini di tutto il mondo. Perché sono proprio loro ad avere spinto i cubani alla situazione socialista, avendo per anni (dopo gli spagnoli) impedito ai cubani di formarsi una coscienza liberale, ma avendoli schiacciati con delle infami dittature fasciste o colonialiste da loro sempre volute. Occorre in sostanza capire che oggi non c'è più possibilità REALE per dei paesi soffocati da anni di colonialismo di diventare economicamente liberali, ma solo l’economia socialista può far risorgere un popolo. Kennedy gioca pericolosamente contro la storia, e mentre delira sulla parola libertà (ridotta a puro nome) ritorna a soffocare il piccolo e grande popolo cubano. D’altronde sia ben chiaro che la Rivoluzione di Castro è seguita dal 98% dei cubani, ha cioè una maggioranza questo governo assoluta, e come nessun governo borghese di nessuna nazione di questo mondo.. Sono proprio gli errori dei Kennedy ad aver portato il popolo cubano a questa meravigliosa unità, della quale naturalmente ben si guarda di parlare la nostra stampa d’informazione,ben compresa anche quella del famoso centrosinistra.
La mistificazione è terribilmente evidente e non lascia per noi motivo li minima incertezza: NOI SIAMO SEMPRE STATI PER CUBA, non per una ragione di libertà astratta e metafisica (che tanto seduce i crociani e idealisti nostri),ma per una ragione concreta e reale di libertà scientifica, che permetta la vita più ricca e piena a tutto il popolo cubano che ammiriamo per il suo coraggio, amiamo per la sua libera ed elegante civiltà, per il volto sereno e innocente di questo popolo sorridente e accogliente, che ha sempre e soltanto chiesto di poter vivere,vivere con gioia la sua storia nuova.
Chi può essere così in malafede da poter credere in un’aggressione cubana?
I cubani già aggrediti sapevano perfettamente che i colonialisti volevano fare un’aggressione in grande stile, volevano ridurre a deserto infuocato l'isola meravigliosa, le armi anche quelle sovietiche difensive sono appunto giunte DOPO le invasioni i bombardamenti gli atti quotidiani provocatori che con i dollari e le armi cercavano di creare una controrivoluzione artificiosamente ingaggiando lanzichenecchi bravacci d’ogni risma.
Il pericolo c’è ed è gravissimo, ormai poco potrebbe anche portarci alla catastrofe, ma Cuba non ò sola,non e' più sola. Pochi mesi fa poteva essere interamente distrutta, ma la rivoluzione cubana è valida per tutti gli uomini onesti e liberi e oggi non sarebbe solo Cuba ad essere distrutta ma l’intera umanità. Il tragico destino della umanità è nelle mani di gente inetta, polìticamente ed umanamente incapace e solo trattenuta dalla paura di fare oggi la stessa fine che vorrebbe riservare agli uomini della giustizia della libertà della pace.
Però noi non disperiamo che si addivenga al accordi pacifici. Molti uomini, molte nazioni si schierano in difesa dei cubani e di se stessi in una mirabile unità.
Ognuno porti a questo edificio di pace la sua piccola pietra, e anche a nome dell’Associazione Italocubana di Genova faccio appello a tutti gli intellettuali di qualsiasi tendenza di qualsiasi colore politico di prendere posizione in favore della rivoluzione cubana, che significa pace e libertà per tutti.

(Da: Sierra Maestra, n. 1, 26 ottobre 1962)